Come riconoscere la freschezza di un prodotto

Come riconoscere la freschezza di un prodotto

Una sana e corretta alimentazione presuppone l’utilizzo di prodotti genuini, possibilmente di stagione, ma soprattutto freschi. Talvolta capita che un prodotto nonostante non sia scaduto può non essere più fresco, o andato a male, per errata conservazione, o perché ha subito sbalzi di temperatura.

Come fare per capirlo? L’odore di alcuni cibi avariati è inconfondibile, quindi già l’olfatto può essere d’aiuto, ma per altri non è così, allora bisogna tener conto di altri fattori. Vediamoli insieme, con l’aiuto di esperti nel settore, come lo staff del catering a Roma cucinaecultura.com, disponibile a parlare con noi di questo argomento.

Preservare la freschezza

In cucina sono tanti gli ingredienti che si usano per preparare le diverse pietanze, alcuni sono di utilizzo comune e frequente, come uova, latte, farina, olio, formaggio, burro, aceto, lievito.
Alcune pratiche regole da osservare e qualche consiglio utile possono servire a capire se i cibi sono freschi. I prodotti per mantenersi freschi e inalterati fino alla data di scadenza devono anche essere conservati adeguatamente, alcuni lontano da fonti di calore, altri in frigorifero. E anche durante il trasporto devono essere osservate alcune norme per evitare che il cibo subisca alterazioni.


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Piccoli espedienti per riconoscere la freschezza di un prodotto

Le uova anche se non scadute possono risultare vecchie, rompendo il guscio il tuorlo deve risultare turgido e l’albume trasparente e compatto, diversamente se molle e sgranato non è più fresco.
Riempendo una scodella con acqua e mettendo dentro l’uovo se affonda è fresco. Il latte, soprattutto quando fa molto caldo può deteriorarsi, anche prima della scadenza indicata. Se rancido si presenta non più bianco ma tendente al giallo, con dei grumi e ha una consistenza quasi cremosa e un odore acidulo, simile all’acetone.

La farina può contenere piccoli insetti, o puntini neri, se tenuta in ambienti umidi, in tal caso è andata a male e va buttata. Può sembrare strano, ma anche l’olio d’oliva può alterarsi e quindi non essere più buono ne per condire ne per cucinare, dipende molto dalla conservazione, per mantenersi integro deve essere conservato in bottiglie di vetro oscuranti. Basta assaggiarlo e se non si percepisce il retrogusto delle olive allora è alterato, e odorandolo si sentirà come una puzza simile a quella della vernice. Per il formaggio è più semplice capire se si può consumare o se è da buttare, presenta parti con muffa, che se sono solo in superficie possono essere asportate con un coltello, ma se sono in profondità allora assolutamente il formaggio non va mangiato.

Diverso è il discorso di alcuni formaggi stagionati tipo il gorgonzola, le muffe presenti non sono nocive per l’uomo, sono le cosiddette muffe buone, anche se pure questo tipo di formaggio può avariarsi, bisogna fare attenzione. Nel caso avrà un odore simile all’ammoniaca e la buccia avrà iniziato a marcire. Il burro deve assolutamente essere conservato in frigorifero, estate e inverno, non deve passare dal caldo al freddo, se avariato non avrà più la classica colorazione bianca, ma presenterà macchie gialle.
L’aceto difficilmente si altera, ma può succedere, specie se non è chiuso a dovere, l’aria può provocare la formazione di agenti patogeni, e di micro-insetti, nel caso il suo classico odore sfuma.
Per il lievito di birra, che va conservato in frigorifero, se non è più buono presenta macchie e parti ammuffite. Se in polvere difficile capire se guasto, allora mettere un cucchiaino di lievito in 50 ml di acqua e sciogliere, se fa le bollicine è ancora buono.

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